idf/academy: LFLETQ, fotografia e pandemia

(Dalla postfazione di ‘PAN – uno studio sull’isolamento’.)

Non mi interessano gli aspetti medici e politici, né ho interesse nel documentare i vari aspetti di questa vicenda, la sofferenza o la paura, tantomeno mi interessa di farlo con l’atteggiamento e i metodi di un fotografo di cronaca, è una modalità che non mi appartiene. Considero la pratica di fotografare la propria quarantena un utile esercizio di visione e ascolto, soprattutto per chi sta frequentando un corso di fotografia. Del resto, all’inizio, la prima cosa che si fa con chi inizia a scattare è: ‘vedi questo bel soggetto? Dimenticalo e fotografa questo posacenere’ (sostituire il posacenere con qualsiasi oggetto apparentemente di scarsa importanza). Esercizi, questi, già attuati in alcune classi, da sempre. (…)

Ho notato, in questo periodo, quanto ormai non ci si possa nascondere più: questa pandemia ha evidenziato tutte le stagnazioni presenti nel presunto mondo fotografico. E’ ben chiarito quali sono le figure che a fatica riescono a ricavarsi un posto ‘tra gli autori’, è ben noto quanto il racconto retorico che si copre dietro al riempire il tempo libero, sia appannaggio di un sistema che spesso preclude la strada al pensiero aprendola, invece, a chi resta nei limiti: del comprensibile, delle mode, del buon senso comune, non accettando e ostacolando la grande verità che nessuno, specie negli ambienti che contano, o in molti di essi, ammette: la fotografia non esiste se non nei modi in cui la applichiamo. Accettiamo che sia un linguaggio ibrido oppure muoriamo. O meglio, morirà chi si copre dietro gli stereotipi, perché chi è abbastanza libero da non asservire nessuna ideologia visiva, o metodologia da aperitivo, che in ambito social consiste nel ‘mipiacciare’ tizio e caio, continuerà ad andare dove la sua ricerca lo porta, senza bisogno di dei o padroni o presidenti di sorta a cui ammiccare. Accettiamo che molte verità, storie e conoscenze, si annidino dietro le pieghe della fiction, o nell’uso delle pratiche post fotografiche. Questo periodo storico, grazie alle restrizioni, ci sta offrendo l’opportunità di fare una grande evoluzione.

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