Considerazioni dopo una lezione, corso di fotografia di base maggio 2024.
Stamattina lezione in presenza con foto della scorsa uscita stampate.
Ho fatto scegliere a D. le foto, a impatto, di pancia e ho così potuto notare come pensa, andando a confermare le impressioni e le consapevolezze acquisite in tutti questi anni di insegnamento.
Sebbene non esista una demarcazione netta tra il giusto e lo sbagliato, il principiante guarda molto poco il fatto che le foto siano ‘corrette’, pulite o inquadrate bene o armoniche e che il soggetto sia comprensibile. Tende a scegliere foto simili tra loro. A volte inserisce foto ‘migliori’ ma tende a tenere foto che, secondo la sua visione sono articolate, anche elaborate, se vogliamo, vuoi per il soggetto o la composizione. Il più delle volte sceglie, anche, inquadrature storte, soggetti incasinati. E’ molto attaccato alle foto che pensa siano fighe o creative. C’è, nei principianti, un grande istinto a scattare il più storti possibile. Per quanto fare una foto dritta, partendo proprio dalla postura – (il nostro corpo è il nostro baricentro, se come pensi parli e fotografi allora anche come ti muovi e ti poni influenza la fotografia) – per chi le sa fare sia scontato, non è così per i principianti. Ho scoperto che scattare dritto per dritto un soggetto, con la macchina dritta o cose simili non è per niente spontaneo, nei principianti. Il maestro, di solito, ha una visione ‘più pulita, già digerita’, va più a colpo sicuro. Dove ci sono errori non c’è occasione che scelga proprio quelle foto, a meno che i cosiddetti errori non siano funzionali, in qualche modo, all’insieme, o al mood che esprime il corsista. ‘Less is more’ è il principio che governa la concezione del maestro e la sua scelta. Sensazioni, vedute, soggetti, è tutto nella sua testa, in un’occhiata. Quello che però conta è che faccia un passo indietro e lasci il corsista libero di scegliere e conoscere le sue foto, di conoscersi attraverso di esse, anche. Fare questo permette al tutor di correggere eventuali ‘errori’ e di aiutare il corsista a focalizzare la sua visione, che dovrebbe essere il core di ogni corso.
E’ successo nel caso di M. dove le sono stati dati esempi tecnicamente buoni ed esempi ‘punk’ che la aiutassero a tirar fuori la sua visione, che potesse esprimere i tratti di fotografie ben fatte ma spontanee, portandola migliorata, perfezionando il suo taglio che abbraccia questa doppia natura: foto buone ma spontanee. In questo modo il paese che fa da sfondo alle foto spunta in un modo che non è ‘pittoresco’ perché non cerca per forza uno sfondo su cui incorniciare il soggetto e tantomeno parla di luoghi precisi che potrebbero portare questo bisogno; non è nemmeno un luogo/sfondo estetico, è periferico: un parcheggio di sfondo costeggiato da una collina, la macchia che spunta dal campo degli ulivi. A M. è stato dato spazio per esprimersi senza mai avvalorare la scusa di essere principiante o del mood low fii che pensava di voler esprimere. Aiutare a tentare altre strade, aiutare a conoscere, prima che il principiante, spesso per motivi di fretta o di ego o per paura di abbandonare la zona di comfort, inizi a fregiarsi di termini e convenzioni, abusandone, questo è il limes dove si muove il tutor.