Fotografia e scrittura

(Appunti sul corso ‘Scrivere con le immagini’, 2020.)

Ogni esercizio per i corsisti, così come ogni progetto per un artista, è una questione di problem solving, una battaglia per piegare le costrizioni mentali che ci formano e oltrepassare i limiti che abbiamo attraverso un metodo: quello di base che ognuno usa e quello necessario e attinente ad ogni progetto che facciamo. Lo scopo di una lezione del corso è partire da un autore letterario, con una breve analisi del suo universo artistico e geo-culturale che aiuti a conoscerlo, passando per un autore fotografo a questo ‘somigliante’. Tutto questo non per far illustrare i testi letterari ma per prendere ispirazione da essi e fare un passo avanti, sollevandoci dai testi per produrre delle foto non ‘basate su’ ma ‘ispirate a’. In una precedente edizione del corso, coprendomi il capo di cenere, portai in classe T. S. Eliot e i libri di antropologia che hanno ispirato la sua poesia senza fondo. Questa volta non volevo ripetermi. Anziché scegliere autori che parlassero di quotidiano e di cose all’apparenza insignificanti e all’apparenza ed alla portata fotografica di tutti, se così si può dire, (Carver, Szimborska, Larkin, Egglestone, Shore, sono i match che vanno per la maggiore), ho scelto due autori esponenti della letteratura fantastica, Julio Cortázar e Norberto Luis Romero. Questo perché dietro l’apparente difficoltà di capire e produrre qualcosa di fantastico, credo che si celi proprio il quid della creatività: il fantastico rompe le maglie della realtà in modo inaspettato ma come se fosse una cosa normale. Il fantastico fa diventare normale vomitare coniglietti e farfalle. È questo il segreto del tenere un diario e fare arte: sentirsi liberi di accostare cose lontane, strampalate e divergenti dal buon senso comune e renderle narrazione coerente e contenente un’idea. Perché il potenziale della fotografia non è che con essa puoi fotografare la realtà, ma le idee, dandole a vedere come se fossero tangibili. Cosa, questa, non utile a farci diventare tutti fotografi ma utile nella vita, ad essere creativi e creatori, nonché socialmente efficiente ad aiutarci a distinguere un testo/immagine di un autore da quelli di nostra nonna (altro problema socio culturale). Se c’è uno scopo dei corsi di fotografia, a mio avviso, è questo.

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